Cos’è L’ATROFIA VULVO VAGINALE?
L’Atrofia Vulvo Vaginale (o semplicemente Atrofia Vaginale) è una condizione patologica molto comune nelle donne. Si manifesta con sintomi e conseguenze che possono creare imbarazzo: pruriti intimi, dolore nei rapporti (dispareunia), perdite ematiche, secchezza. Per questo motivo è poco conosciuta. L’Atrofia Vaginale causa un assottigliamento dei tessuti vulvari che diventano più fragili e meno elastici. Sono quest fattori a causare i principali fastidi.
L’Atrofia Vulvo Vaginale è un effetto della menopausa? Sì. Questo accade perché durante la menopausa la quantità di estrogeni nel corpo diminuisce. L’effetto è un assottigliamento della parete vaginale, che diventa più fragile e meno lubrificata, causando sintomi come secchezza intima, dolore durante il rapporto, prurito e irritazione. Tali sintomi sono comuni nelle donne in menopausa e se si manifestano contemporaneamente possono indicare la presenza di Atrofia Vulvo-Vaginale, una condizione che può essere diagnosticata dal ginecologo. In Italia ne soffre oggi 1 donna su 2.
Come mi accorgo di avere l’Atrofia Vaginale? L’Atrofia Vulvo Vaginale si evidenzia attraverso una serie di disturbi:
Secchezza vaginale: una sensazione di mancanza di lubrificazione naturale, non solo prima o durante un rapporto intimo, ma anche in momenti “normali”; una sensazione che ci sia “qualcosa che non va”.
Prurito intimo: chi non ha mai provato la fastidiosa sensazione di prurito, magari in conseguenza di una infezione? Ed è proprio a questo che si pensa quando si presenta questo disturbo spesso confuso con la candida. La differenza sostanziale sta nel fatto che, con le dovute prescrizioni mediche, l’infezione dopo un po’ passa. Il prurito intimo che deriva invece dall’Atrofia Vulvo Vaginale persiste e tende a peggiorare.
Dolore e irritazione: lo stadio successivo al prurito è l’irritazione. Più nello specifico, l’avanzare del prurito e la necessità di alleviarlo, può provocare microlesioni al tessuto vaginale assottigliato dall’Atrofia Vulvo Vaginale che danno un senso di irritazione, di gonfiore, di dolore. Allo stesso modo la mancanza di una lubrificazione naturale (la secchezza) genera dei microtraumi meccanici se proviamo ad avere dei rapporti intimi con il partner. Tutto ciò può portare disagio ed imbarazzo anche nelle coppie più "navigate".
Dispareunia: è questo il nome tecnico che definisce i rapporti intimi dolorosi, un problema che non implica solo la necessità di rivolgersi al più presto al medico (anche se può essere imbarazzante) ma che comporta una serie di conseguenze di natura psicologica: senso di inadeguatezza, paura di mettere in crisi la coppia, timore che l’interruzione della vita intima possa portare conseguenze agli equilibri sentimentali, etc. Se provi dolore durante o dopo il rapporto sappi che certamente devi controllarti: se sei già in menopausa potrebbe trattarsi di Atrofia Vaginale. Se avverti uno o più di questi fastidi e sei già in menopausa ti consigliamo di parlarne con un ginecologo esperto in menopausa al più presto.
L’Atrofia Vulvo Vaginale si può curare? Cosa posso fare? La buona notizia è che, specialmente se sei alle prime avvisaglie di questo disagio e ciò che provi è più simile al fastidio che al dolore, puoi fare moltissimo per ristabilire un equilibrio e tornare a vivere la tua vita intima normalmente.
Se l’Atrofia Vulvo Vaginale è a uno stadio avanzato (dunque hai perdite, dolore, ti è impossibile compiere determinate azioni quotidiane come camminare o star seduta per qualche tempo) hai davanti a te diverse opzioni che possono aiutarti a ristabilire una situazione accettabile in poco tempo, alleviando prurito e dolore. L’Atrofia Vaginale è infatti una patologia che avanza con il tempo e si aggrava se trascurata. La prima cosa da fare è evitare rimedi casalinghi e cure fai-da-te. La cosa più saggia è sempre scegliere di parlarne con un medico, possibilmente un ginecologo specializzato in menopausa.
I sintomi della vaginite da candida, individuarla senza confonderla con l’atrofia vulvo vaginale. In particolare, questa infezione ha un sintomo piuttosto specifico nella comparsa di perdite caseose, ovvero biancastre e dalla consistenza grumosa, simili a latte cagliato. Queste perdite, che si concentrano tutto attorno all’ingresso della vagina e all’interno delle piccole labbra, possono accompagnare altri sintomi tipici:
- bruciore e irritazione delle parti intime
- gonfiore nella zona vulvo-vaginale
- dolore durante i rapporti sessuali
- prurito forte, talvolta incontenibile, ai genitali, anche notturno che non trova sollievo neppure grattandosi.
La maggior parte di questi sintomi sono comuni anche ad altri disturbi, primi fra tutti quelli direttamente correlati con la menopausa, come l’Atrofia Vulvo Vaginale. Anche nel caso dell’atrofia vulvo-vaginale si possono avvertire dolori e fastidi durante i rapporti, possono frequentemente occorrere irritazioni oltre a stati pruriginosi, connessi al senso di secchezza vaginale.
Proprio per questa somiglianza nei sintomi è importante chiedere il parere di un ginecologo e sottoporsi agli esami di routine necessari per individuare eventuali infezioni batteriche o da candida (di solito un tampone vaginale). Tuttavia, dopo aver individuato la presenza di candidosi, come spiega la ginecologa Alessandra Graziottin: “È essenziale che il medico, di fronte a un’infezione […] specie se recidivante, faccia una rapida ma rigorosa valutazione dei diversi fattori in gioco, per formulare una diagnosi accurata e disegnare una strategia terapeutica multimodale personalizzata che abbia la massima probabilità di:
curare bene il singolo episodio - evitare la progressione verso la vestibolite vulvare (che interessa ben il 22% delle donne con Candida) - ridurre la probabilità e la frequenza delle recidive.